Corporate Netiquette. 5 errori da evitare in un mondo digitale

L’educazione è un processo senza sosta. In ambito professionale, migliorarsi è una missione a cui occorre dedicarsi con passione e serietà. Spesso, d’altra parte, basta davvero un piccolo sforzo. Correggere gli errori che si commettono quando si instaurano collaborazioni e partnership può davvero farci fare un salto di qualità. Di seguito, dunque, cinque punti su cui lavorare per affinare il nostro rapporto con consulenti e colleghi.

1. Non fare discorsi “deprofessionalizzanti”

Cerchiamo di trattare i consulenti digital, i grafici, i social media manager, gli sviluppatori, i copywriter ecc. per quello che sono, ovvero dei professionisti con competenze specifiche acquisite nel tempo. Sbarazziamoci allora di tutto quel campionario di frasi tipo “Ma dai, che ci vuole a farlo? 5 minuti e via, no?” o “Ma a questo punto posso farlo anche io” o ancora “Mio cugino mi ha detto che nella sua azienda fanno così”, e simili. Senza rispetto e senza fiducia, non si possono ottenere risultati.

2. Avere chiari gli obiettivi 

Nell’ambito di una collaborazione, non è bello sentirsi dire “non ne capisco nulla, fai tu”, specie se poi, all’ammissione di ignoranza, seguono lamentele e critiche poco costruttive sul risultato finale. Chi si occupa di consulenza in campo digitale ha tutto l’interesse a soddisfare il cliente, ma ha bisogno di conoscere mentalità, necessità e gusti di chi si è rivolto a lui per un servizio di qualità. Il cliente spiega le sue ragioni ed espone la big picture. Il consulente mette in campo la strategia, scegliendo gli strumenti più adatti a declinarla. Cerchiamo perciò di informarci, di fare mente locale e di essere meno criptici nelle richieste.

3. Fare pace con le E-mail 

La cara vecchia posta elettronica continua ad essere il cuore pulsante delle collaborazioni professionali. Nonostante ciò, si continuano a vedere continue violazioni del Galateo delle e-mail. Diciamo ancora una volta basta alle frasi intere in stampatello e ai messaggi inviati frettolosamente, senza paragrafi e senza un filo logico. E, per piacere, controlliamo chi ci legge in copia prima di schiacciare invia. 

4. Affidare le comunicazioni ai canali appropriati

Se la posta elettronica è sicura, veloce, tracciabile e istituzionale, altri canali non lo sono. E non c’è pigrizia che tenga, non ci si può affidare a WhatsApp, Telegram e simili per comunicazioni ufficiali. Pensateci un attimo. Come può un consulente redistribuire mansioni alle professionalità che collaborano con lui, se le richieste sono arrivate tramite un messaggio vocale di 3 minuti all’interno di una chat di gruppo su WhatsApp, magari con 87 messaggi accumulatisi nel quarto d’ora dedicato a un altro cliente? La professionalità passa anche da questo.

5. Utilizzare i profili Social aziendali come tali

Quando dotiamo di canali Social la nostra azienda, lo facciamo innanzitutto per rappresentare il nostro Brand, dargli personalità, avvicinarlo ai clienti, sia acquisiti che potenziali. Per un’azienda è importante che qualcuno “ci metta la faccia” ed è altrettanto importante che si risponda in maniera personalizzata e relativamente veloce sia ai commenti che ai messaggi. Questo però non vuol dire rispondere ai nostri visitatori con lo stesso tono, le stesse emoticon e le stesse reazioni che useremmo se collegati dal nostro profilo personale. Inoltre, cerchiamo di contare fino a 10 prima di rispondere a commenti e recensioni negative. Fanno parte del gioco, non prendiamola sul personale

Lavoro oggi vuol dire cambiamenti veloci e sperimentazioni. Commettere errori è la normalità in tale scenario. Ammettere i propri errori è il primo passo verso la soluzione e il miglioramento.

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